Assegno unico e universale e soglie ISEE rivalutati per il 2024

L’INPS comunica la rivalutazione degli importi mensili dell’Assegno unico e universale e delle relative soglie ISEE per l’anno 2024 (INPS, messaggio 8 febbraio 2024, n. 572).

Come noto, ai sensi dell’articolo 4, comma 11, del D.Lgs. n. 230/2021, sia l’AUU, sia le relative soglie ISEE, sono adeguati annualmente alle variazioni dell’indice del costo della vita, ossia dell’indice dei prezzi al consumo per le famiglie di operai e impiegati. 

 

L’ISTAT, in data 16 gennaio 2024, ha comunicato che la variazione del suddetto indice dei prezzi è pari al +5,4%.

 

In considerazione di ciò, con il messaggio in oggetto l’INPS rende noti i nuovi importi dell’AUU e le relative soglie dell’ISEE aggiornate a decorrere dal 1° gennaio 2024, riportando i dati in apposita tabella allegata.

 

L’importo massimo erogabile nel 2024 in presenza di un solo figlio a carico è pari a 199,40 euro per un ISEE fino a 17.090,61 euro.

 

Per valori di ISEE da 45.461,03 euro fino a 45.574,96 euro e oltre tale soglia, l’importo mensile dell’assegno in presenza di un figlio è pari a 57 euro.

 

Il pagamento dell’AUU per il mese di gennaio 2024 è stato effettuato sulla base dei valori del 2023 mentre, a partire dal mese di febbraio 2024, lo stesso viene pagato correntemente utilizzando i nuovi valori.

 

Infine, l’INPS precisa che la rivalutazione dell’importo dell’AUU già pagato nel mese di gennaio 2024, utilizzando i valori dell’anno 2023, sarà conguagliata con la mensilità di febbraio 2024.

 

Chiarimenti AdE in caso di operazione di scissione e contestuale fusione della società nella beneficiaria

L’Agenzia delle entrate, in risposta ad un interpello antiabuso, ha fornito chiarimenti in merito al caso di un’operazione di scissione seguita dalla contestuale fusione della società oggetto di scissione nella beneficiaria (Agenzia delle entrate, risposta 8 febbraio 2024 n. 37).

Ai sensi dell’articolo 10bis, comma 1, della Legge n. 212/2000, affinché un’operazione o una serie di operazioni possano essere considerate abusive, l’Amministrazione finanziaria deve identificare e provare il congiunto verificarsi di tre presupposti costitutivi:

  • la realizzazione di un vantaggio fiscale indebito, costituito da benefici, anche non immediati, realizzati in contrasto con le finalità delle norme fiscali o con i principi dell’ordinamento tributario;

  • l’assenza di ”sostanza economica” dell’operazione o delle operazioni poste in essere consistenti in fatti, atti e contratti, anche tra loro collegati, inidonei a produrre effetti significativi diversi dai vantaggi fiscali;

  • l’essenzialità del conseguimento di un vantaggio fiscale.

Il mancato riscontro di uno dei tre presupposti costitutivi dell’abuso determina un giudizio di assenza di abusività.

Il legislatore, inoltre, ha chiarito espressamente che non possono comunque considerarsi abusive quelle operazioni che, pur presentando i tre elementi sopra indicati, siano giustificate da valide ragioni extrafiscali non marginali.

 

Riguardo all’analisi antiabuso richiesta dall’istante all’Agenzia delle entrate in merito alla scissione, viene rilevato che tale operazione consiste nella scissione parziale proporzionale di una società a favore di un’altra, con assegnazione a quest’ultima, in qualità di beneficiaria, della partecipazione totalitaria ad una terza società, il cui patrimonio non comprende elementi significativi, ad eccezione di un credito verso la tesoreria accentrata del gruppo.

 

La valutazione in chiave antiabuso ha ad oggetto le previsioni dell’art. 172, comma 1, del TUIR secondo cui la fusione tra più società non costituisce realizzo nè distribuzione delle plusvalenze e minusvalenze dei beni delle società fuse o incorporate, comprese quelle relative alle rimanenze e il valore di avviamento e dell’art. 173, del medesimo testo unico.

In merito alla scissione in oggetto viene chiarito che tale operazione determinerà la proporzionale ripartizione degli asset della società scindenda fra i soggetti coinvolti che non usufruiscono di regimi fiscali agevolati e che, in seguito al suo perfezionarsi, procederanno (o proseguiranno) a svolgere, senza soluzione di continuità, le rispettive attività d’impresa. Non si configurerà, di conseguenza, alcuna estromissione dalla sfera commerciale e dal relativo regime ordinario degli asset coinvolti.

 

L’Agenzia precisa che, affinché non siano ravvisabili profili di abuso del diritto, la scissione deve caratterizzarsi come un’operazione di riorganizzazione aziendale finalizzata all’effettiva continuazione dell’attività imprenditoriale da parte di ciascuna società partecipante, con l’impiego degli asset coinvolti esclusivamente nello svolgimento delle attività prospettate in istanza.

 

Nel caso di specie non è ravvisabile il conseguimento di alcun vantaggio fiscale qualificabile come indebito.

Non sussiste, pertanto, il primo presupposto dell’abuso del diritto, e di conseguenza non è necessario proseguire nel riscontro degli ulteriori elementi costitutivi dello stesso agli effetti del suddetto articolo 10bis della Legge n. 212/2000.

CCNL BCC: approvata l’ipotesi di piattaforma

Illustrati i temi principali:  inquadramenti ed organizzazione del lavoro; conciliazione tempi vita e lavoro e parte economica

Lo scorso 15 gennaio i dirigenti sindacali si sono riuniti per illustrare l’ipotesi di piattaforma per il rinnovo del CCNL applicabile ai quadri direttivi ed al personale delle aree professionali delle Banche di Credito Cooperativo/Casse Rurali ed Artigiane. 
I temi principali sono stati i seguenti.
Politiche attive per l’occupazione
Secondo i sindacati è necessario un impegno forte delle aziende per procedere alla stabilizzazione del lavoro non a tempo indeterminato (compresi i contratti di somministrazione a tempo determinato),riducendo l’attuale percentuale di utilizzo massimo del personale con contratto di somministrazione di lavoro a tempo determinato.
Enti Bilaterali del settore
Le Organizzazioni Sindacali riconoscono nella formazione continua un adeguato strumento di salvaguardia e intendono, pertanto, nell’interesse dei lavoratori, presidiarne con costante attenzione i contenuti e le modalità di erogazione, la contribuzione, la pianificazione e la programmazione e certificazione.
Parte economica
Viene richiesto un incremento economico complessiva per la figura di riferimento di 435,00 euro lordi mensili, a regime, con previsione di rivalutazione di tutte le altre voci economiche (scatti, diarie, indennità, ecc.) in misura pari alla rivalutazione delle tabelle retributive e vengono previsti il recupero di arretrati, giustificati dalla scadenza del contratto e legati al caro vita e agli incrementati utili delle Aziende/Bcc.
Welfare 
Sono previsti aumenti della contribuzione a Cassa Mutua Nazionale ed alla Previdenza complementare, di una percentuale pari all’1,2 % pro quota.
Al Lavoratore studente, nonché a ciascun figlio (o equiparato) studente fiscalmente a carico del dipendente, viene richiesta una provvidenza annuale, nelle seguenti misure:
– 250,00 euro per lo studente di scuola media inferiore;
– 500,00 euro per lo studente di scuola media superiore;
– 1.000,00 euro per lo studente universitario.
Inquadramenti
Si richiede di ampliare le declaratorie previste, sulla base di un confronto con la contrattazione di  secondo livello sia per le Aree Professionali che per i Quadri Direttivi, senza limitarlo ai soli profili professionali derivanti da nuove attività, o dovuti a cambiamenti d’organizzazione.
Organizzazione del lavoro 
Tra le principali richieste vi è la riduzione dell’orario contrattuale a 35 ore settimanali, a parità di retribuzione, in una prospettiva di una maggiore organizzazione vita-lavoro, la promozione del Lavoro Agile in particolare sulle Banche di Credito Cooperativo, oltre all’incremento di una maggiore concessione del part-time nel rapporto di unità 1 ogni 10 lavoratori, nelle Aziende con organico di norma superiore alle 100 unità.
L’assemblea ha ufficialmente dato avvio alla calendarizzazione delle Assemblee delle Lavoratrici e dei Lavoratori del settore che dovranno concludersi entro il 19 febbraio 2024.

Il calcolo del ticket di licenziamento per il 2024

Illustrata la contribuzione dovuta in applicazione del relativo obbligo di versamento e rivalutazione del massimale NASpI per l’anno in corso (INPS, messaggio 7 febbraio 2024, n. 531).

L’INPS ha illustrato i criteri di calcolo del contributo di licenziamento (cosiddetto ticket di licenziamento) per il 2024 (articolo 2, commi da 31 a 35, Legge n. 92/2012), nei casi di interruzione di un rapporto di lavoro a tempo indeterminato per causali che, indipendentemente dal requisito contributivo, darebbero diritto alla NASpI. In particolare, tali criteri sono definiti dall’articolo 2, comma 31 che stabilisce che il contributo è pari al “41 per cento del massimale mensile di ASpI (oggi NASpI) per ogni dodici mesi di anzianità aziendale negli ultimi tre anni”.

Quindi, per la determinazione dell’esatto importo dovuto, è necessario determinare l’anzianità lavorativa del lavoratore cessato, applicando le regole di computo esposte al paragrafo 3.1 della circolare INPS n. 40/2020, richiamate anche nella circolare n. 137/2021.

La base di calcolo del ticket di licenziamento è costituita dal massimale NASpI annualmente determinato in applicazione dell’articolo 4 del D.Lgs. n. 22/2015. Nello specifico, per l’anno 2024, il massimale NASpI è pari a 1.550,42 euro (INPS, circolare 25/2024).

Di conseguenza, l’INPS rende noto che i datori di lavoro obbligati al versamento del cosiddetto ticket di licenziamento in relazione a interruzioni di rapporti di lavoro a tempo indeterminato come precisate nella circolare in commento, intervenute nel corso dell’anno 2024, devono assumere come base di calcolo del citato contributo il massimale NASpI, rivalutato per l’anno 2024, pari a 1.550,42 euro.

CCNL Aereoporti Sezione Handlers: sottoscritto verbale integrativo

Precisazioni in merito alla spettanza dell’importo una tantum per il personale eventualmente transitato per effetto di clausola sociale in diversa entità societaria in data anteriore a quella della sottoscrizione del CCNL

Il 29 gennaio 2024, Assohandlers e Filt-Cgil, Fit-Cisl, Uiltrasporti, Ugl Trasporto aereo, si sono incontrate nell’ambito delle procedure di raffreddamento e conciliazione avviate dalle OO.SS il 22 dicembre 2023. L’art. H15 del CCNL del Trasporto Aereo – Parte specifica – Sezione Handlers siglato il 25 ottobre 2023 ha previsto l’erogazione a tutti i lavoratori in forza con contratto a tempo indeterminato alla data della firma, a condizione che il rapporto permanga alla data di erogazione, di un importo economico una tantum pari a 500,00 euro lordi. In caso di assunzione a tempo indeterminato successiva al 1° luglio 2017 la misura del relativo importo deve essere riproporzionata rispetto al 1° dicembre 2023. 
La norma transitoria del contratto, estende la spettanza della suddetta una tantum, anche al personale a tempo indeterminato che dalla data del 25 ottobre 2023 al 31 dicembre 2023 dovesse risultare transitato per effetto di clausola sociale in diversa entità societaria, prevedendo in tal caso la ripartizione proporzionale tra Società uscente e Società subentrante. Relativamente al personale eventualmente transitato per effetto di clausola sociale in diversa entità societaria in data anteriore a quella della sottoscrizione del CCNL intervenuta il 25 ottobre 2023, non è stata prevista deroga.
Le Parti Sociali hanno quindi condiviso la necessità di prevedere una salvaguardia per coloro i quali siano transitati in diversa entità societaria per effetto di clausola sociale conseguente al trasferimento di attività concernenti una o più categorie di servizi di assistenza a terra nel periodo compreso tra il 1° gennaio 2023 ed il 24 ottobre 2023. Si è pertanto stabilito che il precedente operatore del servizio, a condizione che comunque continui ad espletare la medesima attività presso lo scalo interessato, riconoscerà, in favore dei soli lavoratori che alla data del 29 gennaio 2024 siano alle dipendenze dell’operatore subentrante e che siano transitati all’operatore subentrante nel periodo dal 1° gennaio 2023 al 24 ottobre 2023 per effetto di clausola sociale conseguente al trasferimento di attività concernenti una o più categorie di servizi di assistenza a terra, una somma dell’importo lordo di 500,00 euro che dovrà essere riproporzionata rispetto al 1° dicembre 2023, nel caso in cui il rapporto di lavoro con il precedente operatore del servizio abbia avuto inizio dopo il 1° luglio 2017 in ragione dei mesi di effettiva vigenza del rapporto alle sue. Per i lavoratori part-time detto importo sarà riparametrato in relazione alla durata della prestazione. L’importo risultante dai riproporzionamenti sarà riconosciuto entro e non oltre il 30 aprile 2024.
Agli stessi lavoratori di cui sopra, sarà riconosciuto dal precedente operatore del servizio un ulteriore importo nella misura massima di 385,00 euro lordi, qualora intendano sottoscrivere un accordo in sede protetta ai sensi e per gli effetti di cui all’art. 2113 c.c. relativo alla sola cessazione del rapporto avvenuta in clausola sociale. Detto importo deve essere riproporzionato rispetto al 1° dicembre 2023 nel caso in cui il rapporto con il precedente operatore abbia avuto inizio dopo il 1° luglio 2017 in ragione dei mesi di effettiva vigenza del rapporto alle sue dipendenze. L’importo risultante dai riproporzionamenti di cui sopra sarà riconosciuto a seguito della sottoscrizione in sede protetta entro il 31 Marzo 2024, per poi essere riconosciuto entro e non oltre 30 giorni dalla data di sottoscrizione. Con l’accordo siglato le Parti Sociali hanno dichiarato concluse, con esito positivo, le procedure di raffreddamento. 
L’accordo si è reso necessario a causa della mancanza di una deroga che estenda la spettanza dell’importo una tantum stabilito rispetto al personale eventualmente transitato per effetto di clausola sociale in diversa entità societaria in data anteriore a quella della sottoscrizione del CCNL.