IVA: criteri di territorialità applicabili a corsi di formazione on line

Ai fini IVA, forniti chiarimenti sui criteri di territorialità applicabili a corsi di formazione on line (Agenzia delle entrate – Risposta 04 agosto 2022, n. 409).

Ai fini della soluzione del quesito posto dalla società istante, relativo all’inquadramento dei servizi in ambito formativo, informativo e telematico, inclusa l’erogazione di master e corsi di formazione tenuti in modalità virtuale/on line, sotto il profilo della rilevanza territoriale, occorre innanzitutto valutare se i servizi di formazione erogati on line ed in modalità interattiva dall’istante rientrino tra i servizi prestati tramite mezzi elettronici.
A tal fine l’articolo 7, paragrafo 1, del Regolamento d’esecuzione (UE) n. 282 del 2011 (come modificato dal Regolamento UE n. 1042 del 2013), prevede che “I «servizi prestati tramite mezzi elettronici», di cui alla Direttiva2006/112/CE, comprendono i servizi forniti attraverso Internet o una rete elettronica e la cui natura rende la prestazione essenzialmente automatizzata, corredata di un intervento umano minimo e impossibile da garantire in assenza della tecnologia dell’informazione”.
Il successivo paragrafo 2 fornisce un elenco non esaustivo dei ” servizi prestati tramite mezzi elettronici”, mentre il successivo paragrafo 3 contiene un elenco dei servizi che non rientrano tra quelli “prestati tramite mezzi elettronici, tra cui, ai fini che qui interessano, figurano “i servizi di insegnamento, per i quali il contenuto del corso è fornito da un insegnante attraverso Internet o una rete elettronica, vale a dire mediante un collegamento remoto” (lettera j).
Inoltre, secondo quanto stabilito dall’Allegato I al Regolamento UE n. 282/2011 e successive modifiche, rientrano tra i servizi elettronici: ” Tutte le forme di insegnamento a distanza automatizzato che funziona attraverso Internet o reti elettroniche analoghe e la cui fornitura richiede un intervento umano limitato o nullo, incluse le classi virtuali, ad eccezione dei casi in cui Internet o una rete elettronica analoga vengono utilizzati semplicemente come uno strumento di comunicazione tra il docente e lo studente “
Con riferimento al caso di specie, tenuto conto di quanto descritto dall’interpellante (i corsi sono erogati on line in modalità live – attraverso piattaforme come Zoom o Adobe Connect- che consentono l’interazione tra docenti e discenti attraverso la piattaforma medesima), l’Agenzia ritiene che lo strumento elettronico sia solo un “mezzo” per accedere a tale servizio e che pertanto quello descritto dall’Istante non sia un “servizio prestato tramite mezzi elettronici”.
Tanto premesso, con riferimento ai servizi resi dalla società istante a committenti soggetti passivi (i.e. CdF B2B), chiarito che gli stessi non rientrano nel novero dei servizi elettronici, occorre stabilire se gli stessi rientrino tra le prestazioni relative ad attività culturali/educative o tra i servizi di accesso alle manifestazioni culturali/educative. La distinzione assume rilievo, ai fini del dubbio relativo ai criteri di territorialità da applicare nel caso di specie, in quanto mentre le prestazioni di servizi relativi ad attività culturali, artistiche, sportive, scientifiche, educative, ricreative e simili, ivi comprese fiere ed esposizioni, in ambito “B2B”, sono territorialmente rilevanti in Italia quando i beneficiari-committenti sono ivi residenti, in applicazione del criterio generale di territorialità previsto dall’art. 44 della Direttiva 2006/112/CE trasfuso nell’articolo 7-ter, comma 1, lettera a), del D.P.R. n. 633 del 1972 (cfr. risoluzione n. 44/E/2012, citata anche dall’istante), la fornitura di servizi per l’accesso a manifestazioni culturali, artistiche, sportive, scientifiche, educative, ricreative o affini, quali fiere ed esposizioni, rese a committenti soggetti passivi, rientra nell’ambito applicativo delle operazioni di cui all’articolo 7-quinquies, lettera b) , che, in attuazione dell’articolo 53 della direttiva 2006/112/CE, sono territorialmente rilevanti in Italia quando ivi si svolgono le manifestazioni stesse.
Al riguardo, si ricorda che, ai sensi del primo paragrafo dell’articolo 32 del regolamento 282/2011, con il quale è stato definito l’ambito applicativo del citato art. 53 della direttiva 2006/112/CE, “i servizi aventi per oggetto l’accesso alle manifestazioni culturali, artistiche, sportive, scientifiche, educative, ricreative o affini comprendono la prestazione di servizi le cui caratteristiche essenziali consistono nel concedere un diritto di accesso ad una manifestazione in cambio di un biglietto o di un corrispettivo”. Al paragrafo successivo viene, inoltre, precisato che: “Il paragrafo 1 si applica, in particolare, al diritto di accesso a manifestazioni educative e scientifiche quali conferenze e seminari”.
La distinzione in concreto tra servizi di formazione o aggiornamento, da un lato, e conferenze e seminari, dall’altro lato, non sempre è agevole e va operata caso per caso sulla base delle caratteristiche concrete del servizio prestato.
Con particolare riferimento ad un’attività di formazione nel settore della contabilità e della gestione aziendale, della durata di cinque giorni, erogata da una società svedese a committenti soggetti passivi previa iscrizione e previo pagamento di un corrispettivo, la Corte di Giustizia, nella sentenza 13 marzo 2019, C-647/17, citata anche dall’istante, ha sostenuto che le prestazioni che consistono in un’attività formativa (come i seminari) che richiede una presenza fisica del soggetto passivo committente rientrano nell’ambito delle “manifestazioni educative” previste dall’art. 53 della direttiva 2006/112/CE; ad avviso dei giudici unionali, tali prestazioni sono da inquadrare nell’ambito dei “servizi di accesso”, in quanto la caratteristica essenziale della prestazione resa consiste nel dare accesso alla manifestazione stessa al fine di rendere possibile la partecipazione e che l’operazione, sotto il profilo dell’Iva, è unica essendo in presenza di due elementi (i.e. diritto di accesso e diritto di partecipare al seminario) “strettamente connessi a tal punto da formare, oggettivamente, una sola prestazione economica inscindibile, la cui scomposizione avrebbe carattere artificioso »»
In sostanza, nel caso oggetto della causa dinanzi alla Corte di Giustizia, è stato dato rilievo alla circostanza che si era in presenza di una prestazione unica ma composita, i cui elementi essenziali, rappresentati dal contributo del docente, dalla contemporanea presenza di docenti e partecipanti nello stesso luogo e dai servizi accessori consumati, presentavano uno stretto collegamento fisico con il luogo in cui tale manifestazione si svolgeva.
Come evidenziato dalla stessa società istante, i principi interpretativi espressi dalla Corte di Giustizia nella citata sentenza non sono conferenti rispetto alla fattispecie in esame, atteso che, a differenza del caso oggetto della pronuncia del giudice europeo, i corsi di formazione oggetto del quesito in esame sono erogati dalla società solo in modalità virtuale, mancando un luogo fisicamente e univocamente individuabile come luogo di materiale svolgimento di detti corsi. In merito all’ambito applicativo dell’art. 53 della direttiva 2006/112/CE, giova evidenziare, altresì, ai fini che qui interessano, che l’art. 1 della Direttiva (UE) 2022/542 del Consiglio del 5 aprile 2022, applicabile a decorrere dal 1° gennaio 2025, ha aggiunto un altro paragrafo al citato art. 53, stabilendo che non si applica il criterio di territorialità che fa riferimento al luogo in cui si svolgono le manifestazioni culturali, artistiche, sportive, scientifiche, educative, ecc. nei casi in cui, come nella fattispecie in esame, la presenza a detti eventi sia solo virtuale.
Alla luce del quadro normativo di riferimento, da interpretarsi tenendo conto della giurisprudenza unionale, nonché in chiave evolutiva alla luce delle modifiche apportate dalla citata Direttiva (UE) 2022/542, con riferimento ai corsi di formazione oggetto dell’istanza, erogati in modalità on line a favore di committenti soggetti passivi (i.e. CdF B2B), si condivide la soluzione prospettata dall’istante, secondo la quale dette attività si configurano come servizi educativi e, in quanto tali, soggetti alle regole generali di territorialità previste dall’articolo 7-ter, comma 1, lettera a), d.P.R. n. 633/1972.
Con riferimento all’ulteriore quesito, riguardante le modalità di individuazione del luogo di materiale svolgimento delle prestazioni nel caso dell’erogazione dei corsi di formazione online nei confronti di committenti non soggetti passivi (i e. CdF B2C), per i quali, ai fini della rilevanza territoriale degli stessi, si applica la deroga di cui all’art. 54 della Direttiva IVA, trasfuso nell’art. 7-quinquies, lettera a) del DPR n. 633 del 1972, si osserva quanto segue.
L’articolo 54 della direttiva IVA prevede che: ” 1. Il luogo delle prestazioni di servizi relativi ad attività culturali, artistiche, sportive, scientifiche, educative, ricreative o affini, quali fiere ed esposizioni, ivi compresi i servizi prestati dall’organizzatore di tali attività, nonché i servizi accessori prestati a una persona che non è soggetto passivo è il luogo in cui tali attività si svolgono effettivamente.
Al riguardo giova richiamare le linee guida approvate dal Comitato IVA nella riunione n. 118 del 19 aprile 2021, introdotta dal WP n. 1013 del 22 marzo 2021, in base alle quali : “quando i servizi consistenti in sessioni interattive filmate e trasmesse in tempo reale via Internet (ad esempio, video-chat) sono forniti da un soggetto passivo proprietario del contenuto digitale (TP1) a un cliente finale (spettatore), mentre il contenuto è fornito da un altro soggetto passivo (TP2), il comitato IVA concorda quasi all’unanimità sul fatto che la fornitura da parte di TP1 al consumatore finale rappresenta un evento/attività di intrattenimento che rientra nell’articolo 54 della direttiva IVA. Dati i progressi tecnologici, il luogo in cui tali eventi/attività virtuali hanno effettivamente luogo sarà, secondo il parere di un ‘ampia maggioranza del comitato IVA, il luogo in cui il cliente è stabilito, ha il suo indirizzo permanente o risiede abitualmente. Al fine di stabilire il luogo in cui l’acquirente è stabilito, ha il suo indirizzo permanente o risiede abitualmente, il comitato IVA concorda a larga maggioranza che gli articoli 23, 24, 24 bis, 24 ter, 24 quinquies, 24 septies e 25 del regolamento di applicazione dell’ IVA si applicano mutatis mutandis”.
Tra l’altro, come esplicitato nel WP n. 1013, la decisione dei giudici comunitari nella sentenza Geelen sembrava dettata dalla circostanza che sia il prestatore del servizio on line che i committenti non soggetti passivi fossero stabiliti nello stesso Stato membro, rispondendo, in tal modo, a ragioni di semplificazione nell’applicazione dell’imposta. Alla luce dei progressi tecnologici intercorsi e dell’evoluzione della normativa in materia di IVA, il Comitato IVA ritiene che, in caso di attività/eventi virtuali rientranti nella disciplina dell’art. 54 della Direttiva IVA, il luogo di svolgimento di tali attività dovrebbe coincidere con il luogo dove il consumatore finale è stabilito e fruisce del servizio.
A sostegno di tali conclusioni sono intervenute le modifiche operate dalla citata Direttiva UE 2022/542 che all’art. 54 della Direttiva IVA, paragrafo 1, (sempre con decorrenza dal 1° gennaio 2025) aggiunge il comma seguente: «^e i servizi e i servizi accessori si riferiscono ad attività che sono trasmesse in streaming o altrimenti rese virtualmente disponibili, il luogo delle prestazioni è tuttavia il luogo in cui la persona che non è soggetto passivo è stabilita oppure ha l’indirizzo permanente o la residenza abituale. »
In conclusione, non si condivide la soluzione proposta dall’istante che identifica il luogo di svolgimento dei corsi B2C nel luogo di stabilimento della società stessa. In coerenza con le Linee Guida del Comitato IVA sopra menzionate, e con le citate modifiche della Direttiva IVA apportate dalla Direttiva UE n. 2022/542, l’Agenzia ritiene, invece, che i corsi B2C assumano rilevanza territoriale nel luogo di residenza del cliente non soggetto passivo del servizio, definito secondo le regole stabilite dal Regolamento UE n. 282/2011.

CCNL Funzioni centrali: l’IVC definitiva

CCNL Funzioni centrali: l’IVC definitiva

Stabiliti i nuovi importi dell’indennità di vacanza contrattuale del Comparto Funzioni Centrali, – triennio 2019/2021

Si riportano i nuovi importi dell’IVC 2022 come segnalato dalla Ragioneria di Stato, ricalcolati sulla base dei nuovi stipendi applicati dopo l’entrata in vigore del CCNL 1919-2021

 

MINISTERI – IVC 2022

Qualifica

IVC mensile (in euro) dal 1° aprile al 30 giugno 2022 – 0,30% stipendi tabellari

IVC mensile (in euro) dal 1° luglio 2022 – 0,50% stipendi tabellari

CAPI DIPARTIMENTO/SEGRETARI GENERALI 13,36 22,27
DIRIGENTE I FASCIA 13,36 22,27
DIRIGENTE I FASCIA A TEMPO DETERM. 13,36 22,27
DIRIGENTE II FASCIA 10,44 17,41
DIRIGENTE SANITARIO (EX DIR PROF.SANIT. E DIR II PROF SANIT) 10,44 17,41
DIRIGENTE II FASCIA A TEMPO DETERM. 10,44 17,41
ISPETTORE GENERALE R.E. 8,65 14,42
DIRETTORE DIVISIONE R.E. 8,04 13,40
TERZA AREA – FASCIA 7 8,40 14,01
TERZA AREA – FASCIA 6 7,91 13,18
TERZA AREA – FASCIA 5 7,41 12,36
TERZA AREA – FASCIA 4 6,96 11,61
TERZA AREA – FASCIA 3 6,34 10,57
TERZA AREA – FASCIA 2 6,03 10,04
TERZA AREA – FASCIA 1 5,82 9,71
SECONDA AREA – FASCIA 6 6,01 10,02
SECONDA AREA – FASCIA 5 5,85 9,74
SECONDA AREA – FASCIA 4 5,63 9,50
SECONDA AREA – FASCIA 3 5,30 8,94
SECONDA AREA – FASCIA 2 4,98 8,40
SECONDA AREA – FASCIA 1 4,74 8,00
PRIMA AREA – FASCIA 3 4,83 8,15
PRIMA AREA – FASCIA 2 4,66 7,86
PRIMA AREA – FASCIA 1 4,50 7,60

 

AGENZIE FISCALI

Qualifica

IVC mensile (in euro) dal 1° aprile al 30 giugno 2022 – 0,30% stipendi tabellari

IVC mensile (in euro) dal 1° luglio 2022 – 0,50% stipendi tabellari

DIRIGENTE I FASCIA 13,36 22,27
DIRIGENTE I FASCIA A TEMPO DETERM. 13,36 22,27
DIRIGENTE II FASCIA 10,44 17,41
DIRIGENTE II FASCIA A TEMPO DETERM. 10,44 17,41
ISPETTORE GENERALE R.E. 8,65 14,42
DIRETTORE DIVISIONE R.E. 8,04 13,40
TERZA AREA – F6 7,94 13,23
TERZA AREA – F5 7,41 12,36
TERZA AREA – F4 6,96 11,61
TERZA AREA – F3 6,34 10,57
TERZA AREA – F2 6,03 10,04
TERZA AREA – F1 5,82 9,71
SECONDA AREA – F6 6,03 10,05
SECONDA AREA – F5 5,85 9,74
SECONDA AREA – F4 5,63 9,50
SECONDA AREA – F3 5,30 8,94
SECONDA AREA – F2 4,98 8,40
SECONDA AREA – F1 4,74 8,00
PRIMA AREA – F2 4,66 7,86
PRIMA AREA – F1 4,50 7,60

ENTI PUBBLICI NON ECONOMICI

Qualifica

IVC mensile (in euro) dal 1° aprile al 30 giugno 2022 – 0,30% stipendi tabellari

IVC mensile (in euro) dal 1° luglio 2022 – 0,50% stipendi tabellari

DIRIGENTE I FASCIA 13,36 22,27
DIRIGENTE I FASCIA A TEMPO DETERM. 13,36 22,27
DIRIGENTE II FASCIA 10,44 17,41
DIRIGENTE II FASCIA A TEMPO DETERM. 10,44 17,41
MEDICO II FASCIA T.P. 10,92 18,20
MEDICO I FASCIA T.P. 8,71 14,52
MEDICO II FASCIA T.D. 8,18 13,63
MEDICO I FASCIA T.D. 6,24 10,40
PROF.STI LEGALI LIV. II DIFF. 11,03 18,38
PROF.STI LEGALI LIV. I DIFF. 9,37 15,61
ALTRI PROF.STI LIV. II DIFF. 11,03 18,38
ALTRI PROF.STI LIV. I DIFF. 9,37 15,61
ISPETTORE GENERALE r.e. 8,66 14,43
DIRETTORE DIVISIONE r.e. 8,05 13,41
POSIZIONE ECONOMICA C5 7,42 12,37
POSIZIONE ECONOMICA C4 6,97 11,62
POSIZIONE ECONOMICA C3 6,35 10,58
POSIZIONE ECONOMICA C2 6,03 10,05
POSIZIONE ECONOMICA C1 5,83 9,72
POSIZIONE ECONOMICA B3 5,63 9,50
POSIZIONE ECONOMICA B2 5,30 8,94
POSIZIONE ECONOMICA B1 4,99 8,41
POSIZIONE ECONOMICA A3 4,89 8,25
POSIZIONE ECONOMICA A2 4,74 8,00
POSIZIONE ECONOMICA A1 4,51 7,60

Il via al Premio di Risultato 2022 nelle Poste Italiane

Siglato il 29 luglio 2022 il verbale di accordo sul Premio di Risultato 2022 in Poste Italiane.

L’intesa si basa sostanzialmente su una proroga per il solo anno 2022 e prevede un incremento economico del 5% (100 euro medi) che tiene conto del rialzo inflattivo e di importanti novità per quanto riguarda la possibilità di avvalersi – su base volontaria – di benefici ulteriori tramite la piattaforma del Welfare aziendale. Entro la fine dell’anno le Parti si incontreranno per avviare un confronto per la costruzione di un impianto regolatorio di valenza triennale per il 2023-205.
La determinazione del Premio verrà definita secondo i criteri di raggiungimento del parametro EBIT del Gruppo.
In particolare viene disposto un credito aggiuntivo pari a 50 € per la destinazione di una somma di almeno del 10% del PdR, un altro di ulteriori 100 € scegliendo la parte del 50% e ulteriori 50 € quando viene scelta la quota del 90%.
Previsto un Bonus ulteriore di 50 euro qualora non vi sia stata da parte del lavoratore alcuna assenza nel corso dell’anno.

DIREZIONE STAFF

LIVELLO

PREMIO 2022

QUOTA NAZIONALE

QUOTA REGIONALE

F 838,84 503,31 335,54
E 1.131,23 678,74 452,49
D 1.277,90 766,74 511,16
C 1.277,90 766,74 511,16
B 1.309,30 785,58 523,72
A2 2.008,92 1.205,35 803,57
A1 2.645,47 1.587,28 1.058,19

PRODUZIONE SPORTELLERIA

LIVELLO

PREMIO 2022

QUOTA NAZIONALE

QUOTA REGIONALE

E 2.007,11 1.204,27 802,84
D 2.258,22 1.354,93 903,29
C 2.359,93 1.415,96 943,97
B 2.419,38 1.451,63 967,75
A2 COLL – A2 DUP – REFERENTE COORDINAMENTO UP 2.512,04 1.507,22 1.004,81
A1 DUP 2.520,00 1.512,00 1.008,00
A1 DUP CENTRALI 2.782,68 1669,61 1.113,07

PRODUZIONE RECAPITO

LIVELLO

PREMIO 2022

QUOTA NAZIONALE

QUOTA REGIONALE

E 1.850,55 1.110,33 740,22
D 1.997,58 1.198,55 799,03
C 2.090,41 1.254,24 836,16

PRODUZIONE CRP

LIVELLO

PREMIO 2022

QUOTA NAZIONALE

QUOTA REGIONALE

F 984,60 590,76 393,84
E 1.514,98 908,99 605,99
D 1.629,59 977,75 651,83
C 1.711,36 1.026,81 684,54
B 1.753,44 1.052,06 701,38
A2 – A2 VENDITORI IMPRESE/P.A.L. 2.100,38 1260,23 840,15
A1 2.736,95 1.642,17 1.094,78

La corresponsione dell’importo del premio spettante a livello individuale avverrà con le competenze del mese di giugno 2023 ed in coerenza con i tempi di approvazione del bilancio. In tale sede verrà effettuato il riproporzionamento pro-quota.
L’erogazione del premio avverrà esclusivamente nel caso in cui si sia raggiunta la soglia di accesso dell’indicatore EBIT del Gruppo Poste Italiane.

ANF lavoratori extracomunitari: istruzioni INPS

3 ago 2022 L’INPS, in applicazione al dispositivo della sentenza della Corte Costituzionale n. 67/2022, ha fornito istruzioni in materia di assegno per il nucleo familiare per i familiari, residenti nel Paese di origine o altro Paese terzo, di lavoratore extracomunitario, cittadino di Paese terzo, titolare di permesso unico lavoro o soggiornante di lungo periodo. (Circolare 2 agosto 2022, n. 95).

Con la circolare in oggetto l’INPS ha fornito le indicazioni amministrative in merito alla documentazione da acquisire e alle verifiche da effettuare per la definizione del diritto e della misura dell’ANF ai fini del recepimento della sentenza della Corte Costituzionale n. 67 dell’11 marzo 2022, in base alla quale la prestazione di Assegno per il nucleo familiare erogata dall’Inps ai lavoratori del settore privato e ai titolari di prestazioni economiche previdenziali da lavoro dipendente spetta anche ai cittadini extracomunitari, titolari del permesso di soggiorno di lungo periodo o di un permesso unico di soggiorno, per i familiari residenti in un Paese estero per cui non vige alcuna convenzione in materia di trattamenti di famiglia.

Requisiti del nucleo e reddituali

Per il riconoscimento e la determinazione dell’importo dell’Assegno rilevano:

– tipologia di nucleo familiare;

– numero dei componenti il nucleo familiare;

– reddito complessivo del nucleo familiare.

La prestazione è, infatti, erogata per importi decrescenti in base a scaglioni crescenti di reddito e cessa in corrispondenza di soglie di esclusione diverse a seconda della tipologia familiare.

Sono previsti aumenti degli scaglioni di reddito per i nuclei che comprendono soggetti inabili e per i nuclei monoparentali.

Con riguardo al nucleo, in esso sono compresi i coniugi e i figli ed equiparati di età inferiore ai 18 anni ovvero senza limiti di età qualora siano inabili assolutamente e permanentemente a proficuo lavoro; rimane escluso, invece, il coniuge legalmente ed effettivamente separato.

Possono inoltre fare parte del nucleo, alle stesse condizioni dei figli ed equiparati, i fratelli, le sorelle e i nipoti di età inferiore ai 18 anni, ovvero senza limiti di età se inabili assolutamente e permanentemente a proficuo lavoro, nel caso in cui essi siano orfani di entrambi i genitori e non abbiano conseguito il diritto a pensione ai superstiti.

Con riferimento al reddito familiare, rileva quello assoggettabile all’IRPEF che sia stato conseguito dai predetti componenti nell’anno solare immediatamente precedente il 1° luglio di ciascun anno; questo ha valore per la corresponsione delle prestazioni fino al 30 giugno dell’anno successivo, salvo le variazioni del nucleo familiare.

L’Assegno in esame non spetta se la somma dei redditi da lavoro dipendente, da pensione o da altra prestazione previdenziale che derivi da lavoro dipendente risulti inferiore al 70 per cento del reddito complessivo del nucleo familiare.

Documentazione richiesta

Il cittadino straniero non appartenente all’Unione europea può utilizzare le dichiarazioni sostitutive limitatamente agli stati, alle qualità personali e ai fatti certificabili o attestabili da parte di soggetti pubblici italiani ovvero nei casi in cui la produzione delle stesse avvenga in applicazione di convenzioni internazionali fra l’Italia e il Paese di provenienza del dichiarante.

Al di fuori dei suddetti casi, pertanto, gli stati, le qualità personali e i fatti sono documentati mediante certificati o attestazioni rilasciati dalla competente Autorità dello Stato estero, corredati di traduzione in lingua italiana autenticata dall’Autorità consolare italiana, che ne attesta la conformità all’originale.

Le firme sugli atti e documenti formati all’estero da autorità estere e da valere nello Stato sono legalizzate dalle rappresentanze diplomatiche o consolari italiane all’estero. Le firme apposte su atti e documenti dai competenti organi delle rappresentanze diplomatiche o consolari italiane o dai funzionari da loro delegati non sono soggette a legalizzazione.

Nei casi in cui non risulti possibile il rilascio di autocertificazioni attestanti gli stati, le qualità personali e i fatti dei familiari residenti all’estero del lavoratore soggiornante di lungo periodo o titolare di un permesso unico di soggiorno, richiedente l’ANF, gli stessi dovranno essere documentati mediante certificati o attestazioni rilasciati dalla competente autorità dello Stato estero, corredati di traduzione in lingua italiana autenticata dall’Autorità consolare italiana, che ne attesta la conformità all’originale o mediante apposizione di “apostilla”.
Anche i redditi prodotti all’estero dai soggetti interessati e loro familiari, dovranno essere accertati sulla base delle indicate certificazioni rilasciate dalla competente Autorità estera.

Diritto e misura dell’ANF per familiari residenti in un Paese terzo

Nel caso di richieste di Assegno per il nucleo familiare presentate all’Istituto da cittadino di Paese terzo, titolare del permesso di soggiorno di lungo periodo o di un permesso unico di soggiorno, per un nucleo composto da familiari residenti all’estero in Paese extracomunitario non in convenzione in materia di trattamenti di famiglia, devono essere presentati i documenti che attestino:

– lo stato civile del richiedente;

– lo stato di famiglia con l’indicazione dei rapporti di parentela dei componenti il nucleo familiare dichiarato ai fini dell’ANF;

– il legame di parentela (paternità/maternità dei minori, o maggiorenni inabili, componenti il nucleo per i quali si richiede l’ANF);

– i redditi dei familiari prodotti all’estero, espressi in euro, che se fossero prodotti in Italia sarebbero assoggettati al regime italiano dell’imposta sui redditi per il periodo di riferimento della domanda di ANF;

– eventuale situazione di inabilità di uno o più componenti del nucleo.

L’Istituto ricorda, altresì, che, in aggiunta alla documentazione già indicata dalla normativa, deve essere inoltrata ulteriore documentazione nei seguenti casi:

– inclusione di familiari nel nucleo del richiedente;

– applicazione dell’aumento dei livelli reddituali;

– riconoscimento del diritto nei casi di abbandono del nucleo di uno dei coniugi.

Superbonus: nuove precisazioni dal Fisco

In materia di Superbonus, forniti chiarimenti sui criteri di calcolo dei limiti di spesa previsti in relazione alle unità immobiliari censite nelle categorie catastali B/1, B/2 e D/4 per gli interventi effettuati da una cooperativa sociale (Agenzia delle entrate – Risposta 04 agosto 2022, n. 407).

Nel caso di specie, l’Istante è una cooperativa sociale, iscritta nel Registro provinciale come cooperativa a mutualità prevalente in particolare, nella categoria di cooperative di gestione di servizi socio-sanitari (tipo A). La stessa è qualificata come ONLUS di diritto.
L’ Istante intende eseguire degli interventi edilizi sul patrimonio immobiliare strumentale per natura o per destinazione ai fini della propria attività, che include immobili utilizzati ai fini abitativi come centro di accoglienza per profughi (CAS) e per lavoratori, ma censiti attualmente nella categoria catastale D/2 con pertinenze C/2.
Tanto premesso, chiede se possa beneficiare delle detrazioni fiscali di cui all’articolo 119 del decreto legge 19 maggio 2020, n. 34 (c.d. Superbonus) nei limiti previsti dal comma 10- bis) del medesimo articolo 119, atteso che, a seguito dei lavori di ristrutturazione il titolo autorizzativo dei lavori prevede, a fine lavori, il cambio di destinazione d’uso della struttura ad attività socio-sanitaria (categoria catastale B/1).
Ai fini dell’applicazione delle disposizioni sopra citate, occorre far riferimento alla situazione esistente all’inizio dei lavori e non a quella risultante al termine degli stessi in applicazione del principio confermato, da ultimo, con la citata circolare n. 30/E del 2020, secondo il quale è possibile applicare i limiti indicati nel citato comma 10- bis dell’articolo 119 del decreto Rilancio qualora gli immobili oggetto degli interventi appartengano alle categorie catastali indicate nella norma prima dell’inizio dei lavori.
Ciò comporta che, nel caso in esame, l’ Istante non potrà avvalersi della peculiare modalità di calcolo dei limiti di spesa ammessi al Superbonus, disciplinata dal citato comma 10- bis dell’articolo 119 del decreto Rilancio per gli interventi che intende effettuare, atteso che il cambio di destinazione d’uso della struttura ad attività socio-sanitaria, (da categoria catastale D/2 a categoria B/1 o B/2) avverrà solo alla fine dei lavori.
Resta fermo, tuttavia, che in presenza di ogni altra condizione ed adempimento richiesti dalla norma, l’ Istante potrà avvalersi del Superbonus sulla base dei criteri di cui al citato comma 9, lettera d-bis), dell’articolo 119 del decreto Rilancio e alle condizioni sopra richiamate ed accedere delle disposizioni previste dall’articolo 121 del medesimo decreto Rilancio.