Trust non residente: come abilitarsi a Fisconline

Un trust non residente per ottenere l’abilitazione a Fisconline può presentare direttamente la domanda via Pec, firmata digitalmente, all’indirizzo agenziaentratepec@pce.agenziaentrate.it, specificando nell’oggetto “Divisione Servizi – Servizi on line – Richiesta di abilitazione al servizio Fisconline”, oppure tramite delega a un procuratore (Agenzia Entrate – risposta 16 febbraio 2022, n. 84).

Per fruire dei servizi telematici messi a disposizione dall’Agenzia delle entrate sul proprio sito web, occorre previamente richiedere l’abilitazione al servizio telematico Fisconline o Entratel, strumenti che consentono di trasmettere le dichiarazioni, effettuare versamenti, registrazioni e calcoli direttamente dal sito dell’Agenzia delle entrate.

Un soggetto diverso dalla persona fisica, invece, per ottenere l’abilitazione al servizio telematico Fisconline deve farne richiesta adottando una delle modalità di seguito specificate:

– presentazione diretta: l’interessato (il rappresentante legale in caso di Enti, Associazioni e Società) deve inviare la domanda, con allegato il modulo per la comunicazione del gestore incaricato, reperibile sul sito: https://www.agenziaentrate.gov.it/portale/web/guest/strumenti/modelli, e trasmetterla a mezzo posta elettronica certificata (utilizzando, all’occorrenza, anche la PEC intestata ad un soggetto diverso), dopo averla compilata e sottoscritta con firma digitale basata su certificati qualificati rilasciati da certificatori accreditati in altri Stati membri dell’Unione europea. La domanda deve essere trasmessa all’indirizzo agenziaentratepec@pce.agenziaentrate.it,, avendo cura di indicare nell’oggetto la dicitura “Divisione Servizi – Servizi on line – Richiesta di abilitazione al servizio Fisconline”, oppure

– presentazione tramite Procuratore: l’interessato (il rappresentante legale in caso di Enti, Associazioni e Società) deve conferire una procura speciale ad un soggetto terzo, specificando il tipo di operazione che intende affidare al Procuratore (art. 63, D.P.R. n. 600/1973). L’intera documentazione (domanda e procura) deve essere inviata dal Procuratore dalla propria casella di posta elettronica certificata nelle medesime modalità summenzionate.

Ciò detto, qualora il trust abbia trovato difficoltà ad acquisire le credenziali per presentare tempestivamente la dichiarazione annuale ai fini delle imposte sui redditi, l’ufficio competente, ai sensi dell’art. 10, co. 3, L. n. 212/2000 secondo cui “le sanzioni non sono comunque irrogate quando la violazione dipende da obiettive condizioni di incertezza sulla portata e sull’ambito di applicazione della norma tributaria o quando si traduce in una mera violazione formale senza alcun debito di imposta”, valuta la disapplicazione delle sanzioni laddove detta dichiarazione risulti comunque presentata con un ritardo non superiore a novanta giorni e non vi sia alcun debito d’imposta.

INPS: Dismissione del “Cassetto Previdenziale”

L’Inps, con il messaggio n. 771 del 16 febbraio 2022, comunica la dismissione del “Cassetto Previdenziale” a far data dal 1° marzo 2022

L’Inps con il presente messaggio, comunica la dismissione del “Cassetto Previdenziale” a decorrere dal 1° marzo 2022.
Il “Nuovo Cassetto Previdenziale del Contribuente”, che si presenta con una nuova veste grafica, permette la verifica delle principali informazioni sulla posizione contributiva consentendo una ricerca in successione di diversi elementi di interesse, evidenziati su singole finestre, nonché la stampa dell’intero fascicolo (con la raccolta di tutte le caratteristiche aziendali rinvenibili nei vari archivi disponibili dell’Istituto).
Il menu viene creato dinamicamente in base alla profilazione dell’utente connesso e alla tipologia della posizione contributiva.
Per consentire un graduale passaggio al “Nuovo Cassetto Previdenziale del Contribuente”, è rimasto operativo anche il “Cassetto Previdenziale”, il quale, tuttavia, non è stato oggetto delle nuove implementazioni.
Si segnala che il manuale utente del “Nuovo Cassetto Previdenziale del Contribuente” è consultabile tramite l’apposito collegamento all’”HELP”, disponibile sul menu principale.

Chiarimenti su trasmissione e compilazione del tracciato dei corrispettivi telematici

Numerosi dubbi sollevati dall’associazione di categoria circa le modalità di compilazione del tracciato di trasmissione telematica dei dati dei corrispettivi giornalieri in relazione ad operazioni che frequentemente caratterizzano la vendita al dettaglio trovano soluzione nella Risposta di consulenza giuridica n. 3 del 14 febbraio 2022, elaborata dall’”Agenzia delle Entrate.

Operazioni escluse

Per le cessioni a titolo di sconto, premio o abbuono la non imponibilità sussiste a condizione che le medesime siano previste nelle pattuizioni originarie, ovvero che non abbiano ad oggetto beni ad aliquota più elevata rispetto a quella relativa ai beni oggetto della cessione principale. Conseguentemente, sono soggette al tributo le cessioni a titolo di sconto, premio o abbuono pattuite successivamente alla contrattazione originaria o che abbiano aliquota Iva più elevata rispetto ai beni della cessione principale.
Nel caso di cessione a titolo di sconto di beni soggetti ad aliquota più elevata, il codice (N1) non risulterebbe utilizzabile, a meno che non sia possibile evincere con certezza che il valore normale del bene rientri nella base imponibile e che, quindi, il relativo importo figuri nel computo dell’IVA.

Riguardo agli addebiti e accrediti di cauzioni per imballaggi a rendere, le somme non concorrono a formare la base imponibile Iva a condizione che siano indicate distintamente in fattura. Qualora, poi, entro il termine pattuito gli imballaggi non vengano restituiti, sull’ammontare dei medesimi è dovuta la relativa imposta.
Per le procedure di reso e annullo è necessario che le stesse forniscano gli elementi che servono a correlare la restituzione del bene o l’annullo dell’operazione ai documenti probanti l’acquisto originario, quindi, in particolare, il codice identificativo del documento attestante l’operazione originaria, qualora il cliente lo produca al momento del reso. Secondo l’Agenzia delle Entrate, il cliente ben potrebbe produrre altri elementi che possono confermare all’esercente l’avvenuto acquisto.
Riguardo all’importo incassato per il “vuoto a rendere”, escluso dalla base imponibile della cessione, può essere adottato il seguente procedimento: emissione di un documento commerciale con codice natura (N1) al momento dell’acquisto del bene e, a quello della resa del vuoto, emissione di un nuovo documento commerciale di reso con codice natura (N1) e causale (VR – “vuoto a rendere”).

Operazioni non soggette

Le somme riscosse dal gestore della struttura ricettiva a titolo di imposta di soggiorno e di contributo di soggiorno rientrano tra le somme escluse da IVA, in quanto rimborso di anticipazioni in nome e per conto dei clienti; pertanto devono essere rilevate utilizzando il codice natura (N1).

Il Contributo regionale e provinciale dovuto unitamente al corrispettivo per le prestazioni di manutenzione (controllo fumi) degli impianti di riscaldamento a caldaia rientra tra le somme fuori dal campo di applicazione dell’IVA per carenza del presupposto oggettivo. Il riaddebito della tariffa di ciascun segno identificativo (cd. “bollino”) da parte della ditta di manutenzione al responsabile dell’impianto, nell’ambito del servizio di controllo e di manutenzione dell’impianto termico dalla stessa reso, non concorre a formare la base imponibile di detto servizio, in quanto l’importo relativo al “bollino” non ha natura di corrispettivo, bensì è dovuto a titolo di ristoro dell’anticipazione fatta dalla ditta in nome e per conto del proprietario dell’impianto. Pertanto l’importo essere rilevato utilizzando il codice natura (N1).

Riguardo alle cessioni gratuite di beni non prodotti, né normalmente commercializzati dall’impresa, in generale non sono soggette ad IVA, se di valore non eccedente i 50 euro, ovvero, quando superiore, a fronte della non detraibilità dell’imposta sugli acquisti. Tale previsione, valida anche per i professionisti, comporta, nei documenti commerciali emessi in riferimento a tali prestazioni, l’utilizzo del codice natura (N2).

Riguardo ai voucher cd. “multiuso”, la circolazione degli stessi in un momento anteriore alla cessione del bene o alla prestazione di servizio cui danno diritto non è soggetta ad IVA; pertanto, nella predetta fase al cessione del voucher rientra tra le operazioni identificabili con il codice natura (N2).

La caparra confirmatoria (art. 1385 c.c.) anche se prevista da un’apposita clausola contrattuale, non costituisce il corrispettivo di una prestazione di servizi o di una cessione di beni, in quanto assolve ad una funzione risarcitoria; pertanto il relativo importo deve essere contraddistinto con il codice natura (N2).

Le cessioni di campioni gratuiti rientrano tra le operazioni non imponibili ai fini IVA, purché ricorrano congiuntamente le seguenti condizioni: deve trattarsi di campioni gratuiti; i beni devono essere appositamente contrassegnati; i campioni devono essere di modico valore. Tali cessioni sono contraddistinte con il codice natura (N2).

Le cessioni di valori bollati e postali, marche assicurative e similari sono escluse dal campo di applicazione dell’IVA a prescindere dalla natura pubblica o privata del soggetto cedente, purché si tratti di valori ancora utilizzabili venduti al valore facciale. Tali cessioni sono contraddistinte con il codice natura (N2).

Nell’ambito del regime speciale IVA “monofase”, qualora nelle fasi di distribuzione del prodotto l’operatore decida di emettere una fattura per certificare le cessioni, il corrispondente importo deve essere contraddistinto con il codice natura (N2).

In tema di corrispettivi e documento commerciale, le operazioni poste in essere da soggetti che adottano il regime cd. “forfetario” sono contraddistinte con il codice natura (N2).

Operazioni non imponibili

Ai fini Iva, le operazioni effettuate nei confronti di organismi internazionali (ONU, NATO, Unione europea, ecc.), in presenza di tutte le condizioni (reciprocità, ammontare delle operazioni superiore a 300 euro, ecc.), sono equiparate alle esportazioni ed ai servizi internazionali non imponibili; pertanto vanno identificate con il codice natura (N3) ed i relativi sottocodici in ipotesi di fattura elettronica via SdI.

Con riferimento alle cessioni di beni a soggetti domiciliati o residenti fuori dall’UE (cd. “tax free”), qualora vengano emessi sia la fattura, sia il documento commerciale corrispondente alla memorizzazione elettronica e trasmissione telematica del corrispettivo all’Agenzia delle Entrate, nel documento commerciale l’operazione deve essere contraddistinta con il codice natura (N3).

Operazioni esenti

Alcune cessioni di beni e prestazioni di servizi Covid-19 sono esenti da Iva, ma senza pregiudizio in capo al cedente del diritto alla detrazione dell’imposta. Tali operazioni possono essere contraddistinte con il codice natura (N4), relativo alle operazioni esenti, a condizione che ciò non alteri il risultato della trasmissione telematica dei corrispettivi e della dichiarazione IVA.

Beni in sospeso

Le operazioni riguardanti il trasferimento di buoni corrispettivo cd. “voucher monouso” rientrano tra quelle comprese nel campo “4.1.9 <BeniInSospeso>”, destinato ad accogliere tutte quelle ipotesi in cui il pagamento del bene avviene (di solito in parte) prima della sua consegna. In particolare:
– il campo va compilato laddove l’emittente del buono monouso sia il soggetto che cede il bene/presta il servizio;
– nell’ipotesi in cui il buono monouso venga emesso da un soggetto terzo e da questi ceduto all’acquirente, nel momento in cui l’acquirente riscatta il buono monouso presso un esercizio commerciale, l’esercente emette un documento commerciale riportando l’imponibile del corrispettivo non riscosso, per effetto del riscatto del buono monouso, nel campo 4.1.9<BeniInSospeso>. Successivamente l’esercente emette nei confronti dell’emittente una fattura per la riscossione del corrispettivo del bene ceduto/prestazione prestata, dal momento che: “la cessione di beni o la prestazione di servizi a cui il buono-corrispettivo monouso dà diritto, se effettuata da un soggetto diverso da quello che ha emesso detto buono-corrispettivo, è rilevante ai fini dell’imposta sul valore aggiunto e si considera resa nei confronti del soggetto che ha emesso il buono-corrispettivo”.

Fatture

Nel campo “4.1.11 <NonRiscossoFatture>” va indicato l’Ammontare totale dei corrispettivi non riscossi contenuti nei documenti commerciali emessi e collegati a fatture. In particolare:
a) vanno indicate tutte le operazioni (cessioni di beni e prestazioni di servizi) poste in essere per le quali l’intero corrispettivo sia non riscosso al momento dell’emissione del documento commerciale cui seguirà la fattura;
b) vanno indicate tutte le fatture, indipendentemente dal tempo di emissione e dunque sia quelle “immediate”, sia quelle differite;
c) tra le fatture rientrano anche quelle nei confronti di terzi (soggetti diversi da coloro che ricevono il documento commerciale) aventi ad oggetto i beni ceduti od i servizi resi indicati nel documento commerciale stesso;
d) in ipotesi di corrispettivi riscossi, in tutto o in parte, anche se legati a successive fatture, il campo non va valorizzato con il relativo quantum.

Totale da fatturare

Nel campo “4.1.12 <TotaleDaFattureRT>” va indicato l’Importo totale dei corrispettivi, al netto dell’IVA, contenuti nelle fatture emesse da RT. Tale campo deve essere valorizzato esclusivamente nell’ipotesi in cui l’RT, in grado di predisporre ed emettere anche fatture elettroniche, non fosse in grado di scorporare gli importi relativi alle fatture emesse dai corrispettivi giornalieri che vengono trasmessi all’Agenzia al momento della chiusura.

Omaggi

Nel campo “4.1.14 <NonRiscossoOmaggio>” va indicato l’Ammontare totale dei corrispettivi non riscossi per omaggi, da includere nell’ammontare imponibile totale da assoggettare ad IVA. L’importo deve essere al netto dell’IVA. In particolare:
a) vi sono ricomprese tutte le operazioni imponibili, non imponibili, esenti, escluse o non soggette, l’importante è che nella registrazione di tali operazioni sia correttamente indicato il codice natura corrispondente;
b) rientrano anche le prestazioni di servizi.
Per quanto riguarda le modalità da osservare nel caso di cessione gratuita di beni la cui produzione rientra nell’attività propria dell’impresa, resta ferma l’emissione di autofattura ovvero di annotazione su un apposito “registro degli omaggi”.
In ogni caso, al completamento dell’operazione (cessione del bene/prestazione del servizio), anche qualora non vi sia un esborso di denaro, al cessionario/committente deve essere necessariamente rilasciato un documento commerciale (con l’eventuale importo non riscosso) o una fattura.

Codice attività

Nel campo “4.1.15 <CodiceAttivita>” va inserito il codice attività (ATECO) a cui l’importo dell’operazione si riferisce.
Il campo è funzionale a permettere di ricostruire i ricavi di ciascuna attività e di procedere alla corretta liquidazione dell’IVA periodica. Quindi “può” essere utilizzato per rappresentare separatamente i corrispettivi riferibili a tutte le attività svolte, anche se gestite con un’unica contabilità ai fini IVA.

Pagamento elettronico

Rientra nel novero dei pagamenti cd “elettronici” anche il bonifico bancario. In caso di pagamento con bonifico bancario, il campo “4.2.3 <PagatoElettronico>” deve essere compilato indipendentemente dall’effettiva disponibilità delle somme (cd. “data disponibile”). Pertanto, laddove il bonifico copra l’intero prezzo dovuto per la cessione di beni/prestazione di servizi, i blocchi relativi al “non riscosso” non vanno compilati.

Sconto a pagare

Il Registratore Telematico o Server RT deve essere in grado di gestire l’eventuale informazione riferita allo sconto riconosciuto solo al momento del pagamento, ovvero il caso in cui l’esercente decide volontariamente di registrare il corrispettivo totale ma di far pagare al cliente una somma inferiore allo stesso. In tale caso, si ricorda che il corrispettivo (imponibile e IVA) da contabilizzare è sempre al lordo dello “sconto a pagare”. Cosa diversa, invece, è lo sconto sulle singole operazioni che può sempre essere gestito in fase di memorizzazione.
Il campo “4.2.4 <ScontoApagare>” è destinato all’indicazione dell’Importo dello sconto applicato in fase di pagamento. In questo campo va indicato anche l’importo dei pagamenti effettuati con buono multiuso. L’importo deve essere al lordo dell’IVA. Si tratta, dunque, di ipotesi nelle quali, ferma la base imponibile della cessione di beni/prestazione di servizi, il cedente/prestatore non incassa materialmente (nelle sue varie forme: contante, pagamento elettronico, ecc.) il denaro del corrispettivo da parte del cessionario/committente. Tanto precisato:
– nelle ipotesi di buoni multiuso, il momento impositivo IVA si verifica alla presentazione degli stessi quale pagamento del bene/servizio acquistato, risultando indifferente, sotto tale profilo, se l’emittente il buono sia lo stesso cedente/prestatore o un terzo. Il campo “ScontoApagare” deve essere valorizzato in entrambe le ipotesi;
– il ristoro del buono multiuso (i.e. la presentazione al terzo emittente da parte del cedente/prestatore per ricevere l’equivalente monetario), che normalmente avviene in ragione di precedenti accordi tra gli operatori economici – laddove si potrà tener conto dell’eventuale commissione per l’opera prestata – e la cui regolamentazione fiscale non può prescindere dagli stessi, sarà normalmente oggetto di documentazione secondo le regole proprie delle operazioni tra soggetti passivi d’imposta;
– il campo “4.2.5 <Ticket>” non va utilizzato per i buoni corrispettivo emessi da terzi (o meno);
– riguardo al “bonus vacanze”, al momento del pagamento, il fornitore del servizio deve indicare, nella fattura o nel documento commerciale, il prezzo di vendita comprensivo dello sconto e dell’imposta sul valore aggiunto applicata sull’intero ammontare, e l’importo dello sconto applicato. Nel caso di operatori turistici che utilizzano la procedura web “Documento Commerciale on line” per l’emissione del documento commerciale, è necessario indicare il codice fiscale del componente del nucleo familiare che fruisce del bonus nel campo “Descrizione prodotto/servizio” insieme alla descrizione del servizio, mentre la modalità di pagamento del corrispettivo e l’importo dello sconto praticato vanno indicati nel campo “Sconto a pagare”;
– A decorrere dal 1° gennaio 2018 è sospeso il conio da parte dell’Italia di monete metalliche in euro di valore unitario pari a un centesimo e a due centesimi di euro. Quando un importo in euro costituisce un autonomo importo monetario complessivo da pagare e il pagamento è effettuato integralmente in contanti, tale importo è arrotondato, a tutti gli effetti, per eccesso o per difetto, al multiplo di cinque centesimi più vicino. Detto arrotondamento, quindi, è obbligatorio e i registratori telematici devono essere attrezzati di conseguenza.

Guasto del Server-RT

In caso di mancato o irregolare funzionamento, per qualsiasi motivo, del Registratore Telematico, l’esercente richiede tempestivamente l’intervento di un tecnico abilitato e, fino a quando non ne sia ripristinato il corretto funzionamento ovvero si doti di altro Registratore Telematico regolarmente in servizio, provvede all’annotazione dei dati dei corrispettivi delle singole operazioni giornaliere su apposito registro da tenere anche in modalità informatica. La corretta tenuta del registro di emergenza consente, dunque, di far fronte al mancato/irregolare funzionamento dell’apparecchio nel rispetto degli obblighi di certificazione.
La stessa regola vale anche per le casse ed i Server RT che ne raccolgono i dati.
Fermo restando che la memoria dei singoli punti cassa ed il registro di emergenza, anche laddove tenuto in modalità informatica, sono due strumenti concettualmente diversi – e che non vi è necessità di ricorrere al secondo laddove l’operazione sia documentata con un mezzo diverso, alternativo alla memorizzazione elettronica ed invio telematico dei corrispettivi (i.e., tipicamente, la fattura) – l’Agenzia delle Entrate ha chiarito che ai fini della massima semplificazione degli adempimenti – sempre però nel rispetto delle tenuta di un’ordinata contabilità, della richiesta di intervento di un tecnico abilitato per la riparazione dei guasti, del corretto versamento delle imposte, ecc. – in caso di guasto del Server RT, la memoria dei singoli punti cassa può essere utilizzata in luogo del registro di emergenza.
Resta facoltà dell’esercente di procedere alla trasmissione telematica dei dati memorizzati nei singoli punti cassa, utilizzando l’apposita “Procedura di emergenza > Dispositivo fuori servizio” disponibile nella sezione “Area Gestore ed Esercente” del sistema informatico dell’Agenzia delle Entrate.

Prima trance di Una tantum per il CCNL Alimentati e Panifici – Artigianato

Spetta, con la retribuzione del mese di febbraio, un importo una tantum pe  i dipendenti dell’Area Alimentazione-Panificazione.

In base all’accordo 6/12/2021, ad integrale copertura del periodo di carenza contrattuale, ai soli lavoratori in forza alla suddetta data,  verrà corrisposto un importo forfettario “Una tantum” pari ad euro 140 lordi, suddivisibile in quote mensili, o frazioni, in relazione alla durata del rapporto nel periodo interessato.
L’importo “Una tantum” di cui sopra verrà erogato in due soluzioni: la prima pari ad euro 70 con la retribuzione del mese di febbraio 2022, la seconda pari ad euro 70 con la retribuzione del mese di aprile 2022.
Agli apprendisti in forza alla data di sottoscrizione del presente accordo sarà erogato a titolo di “Una tantum” l’importo di cui sopra nella misura del 70% con le medesime decorrenze sopra stabilite. L’importo di “Una tantum” è stato quantificato considerando in esso anche i riflessi sugli istituti di retribuzione diretta e indiretta, di origine legale o contrattuale, ed è quindi comprensivo degli stessi. L'”Una tantum” è esclusa dalla base di calcolo del t.f.r.

Compatibilità tra il ruolo di socio di maggioranza e quello di dipendente

Il Giudice del lavoro ha affermato che deve ritenersi legittima l’assunzione del socio di maggioranza come dipendente della società di capitali, con mansioni esecutive e sotto la direzione di altri lavoratori appartenenti a figure apicali, purché sia fornita la prova dell’effettivo svolgimento di mansioni prive di alcuna valenza gestoria e dell’effettivo assoggettamento al potere direttivo, organizzativo e disciplinare di altri soggetti (Tribunale di Brescia – Sentenza 25 gennaio 2022).

Nel caso esaminato dal Tribunale di Brescia, l’Inps ha disconosciuto il rapporto di lavoro subordinato intercorso tra la società di capitali ed il socio di maggioranza, detentore del 90 per cento delle quote societarie, nonché figlio del “titolare”.
Il socio/dipendente ha impugnato il provvedimento dell’Istituto affermando di aver svolto per tutto il periodo di contestazione attività di natura meramente esecutiva, per la quale è stato sottoposto al potere direttivo di altri lavoratori appartenenti a figure apicali (capocantiere, responsabile tecnico e responsabile amministrativo).
L’Inps ha eccepito che la qualifica di socio di maggioranza, in virtù dei conseguenti poteri gestori, è incompatibile con l’esistenza di un rapporto di natura subordinata con la società.

Il Tribunale di Brescia, contrariamente alle deduzioni dell’Inps circa l’astratta incompatibilità tra la qualifica di socio di maggioranza e quella di lavoratore subordinato per difetto del requisito di eterodirezione (tipico della subordinazione), ha osservato che secondo il prevalente orientamento di legittimità “in tema di rapporto di lavoro alle dipendenze di una società di capitali, come non sussiste alcuna incompatibilità al principio tra la qualità di componente (non unico) dell’organo di gestione e quella di lavoratore subordinato alle dipendenze della società, allo stesso modo non vi sono ostacoli alla configurabilità di un siffatto rapporto fra la società e il socio titolare della maggioranza del capitale sociale, neppure quando la percentuale del capitale detenuto corrisponda a quella minima prevista per la validità delle deliberazioni dell’assemblea, attesa la sostanziale estraneità dell’organo assembleare all’esercizio del potere gestorio”.
Inoltre, secondo il giudice, non può ritenersi ragionevole considerare di per sé irrilevante, al fine di escludere il rapporto di subordinazione, la partecipazione indiretta e mediata alle scelte societarie attraverso il potere e ritenere invece ostativa la partecipazione diretta dal lavoratore all’organo investito di un siffatto potere e ritenere invece ostativa la partecipazione indiretta e mediata alle scelte societarie attraverso il potere di nominare i soggetti che hanno il compito di effettuarle, ferma restando, comunque, la non configurabilità di un rapporto di lavoro con la società quando il socio (a prescindere dalla percentuale di capitale posseduto e dalla formale investitura a componente dell’organo amministrativo) abbia di fatto assunto nell’ambito della società, l’effettiva ed esclusiva titolarità dei poteri di gestione.
Resta fermo, in ogni caso, l’onere del lavoratore (o della società), di dimostrare non solo il concreto ed esclusivo svolgimento delle mansioni di assunzione, prettamente esecutive e prive di alcuna valenza gestoria, ma anche l’effettivo assoggettamento al potere direttivo, organizzativo e disciplinare di altri soggetti, nonostante la qualifica di socio di maggioranza.
Prova che può essere validamente assolta tramite testimoni, che confermino il carattere meramente esecutivo delle mansioni concretamente svolte dal socio/dipendente, nonché l’effettiva sussistenza del requisito dell’eterodirezione.

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